Nevermind è una parola del gergo popolare americano e corrisponde  al nostro “chissenefrega”, ma di cosa? Sembra proprio far riferimento alla scarsa attenzione che i ragazzi di quell’epoca riponevano nei confronti del giudizio altrui, della politica e di tutto quello che fosse convenzionale, quasi stufi di essere tutti omologati. L’album trasmette angoscia, inquietudine e voglia di cambiamento, come  una sorta di liberazione da un dolore represso, che traspare dalle stesse parole di Kurt : “il nostro secondo album si chiama Nevermind, proprio perché è questo oggi il sentimento più diffuso tra la gente, di fronte a tutto quello che succede si preferisce dire non importa”.

Ma cos’è nello specifico Nevermind ? Di certo non è solo un album, è qualcosa di più: è rabbia, inquietudine, sofferenza e dolore, il tutto già espresso nei primi secondi della prima traccia, “Smells Like Teen Spirit” quattro accordi  che sostengono  uno sfogo turbolento che il groove e i feel di Grohl sorreggono in modo perfetto. E’ il manifesto del pensiero e del modo di vivere di un’intera generazione! Il testo rappresenta il malessere  di Kurt Cobain e di milioni di giovani che come lui si sentivano ultimi, incazzati, senza speranze e futuro, circondati da gente chiusa nel proprio microcosmo con il solo interesse di lucrare sulle spalle altrui.

Anche la copertina del disco sembra dare adito a questa teoria: un bambino di quattro mesi che sembra inseguire un dollaro attaccato ad un amo da pesca è ,infatti, la metafora più adeguata per rappresentare la società americana degli anni ’90, spesso troppo legata a valori futili e veniali. Viviamo in un’epoca in cui i soldi e il potere li abbiamo incisi nel Dna, una tendenza al consumismo che è innata ed irrefrenabile e che non risparmia proprio nessuno.Il grosso pregio (e forse vero obiettivo) del disco è proprio questo: il tentativo -riuscitissimo – di dare una scossa e sconvolgere le coscienze con una manciata di canzoni nemmeno troppo originali, in bilico tra rumore e melodia. Album fu sin da subito, un fulmine a ciel sereno per chi non seguiva le evoluzioni del mondo underground statunitense. Dopotutto internet era ancora lontano e anche i più accaniti e attenti fan dei nuovi fenomeni musicali facevano fatica a scovare dischi di nicchia di artisti emergenti.

La nascita di “Nevermind” fu piuttosto tormentata, Cobain e soci volevano assolutamente che a produrre il disco fosse Butch Vig, uno che fino ad allora aveva prodotto solo band di nicchia e “Gish”, l’album di debutto degliSmashing Pumpkins. Quindi registrarono prima con lui nel suo studio nel Wisconsin, per poi finire i lavori tra il mese di maggio e giugno del 1991 nei dintorni di Los Angeles.Anche se successivamente Kurt ebbe modo di rinnegare le sonorità dell’album, da lui definite come troppo ‘pop’ e ‘frutto di compromessi con la Geffen’, la scelta di firmare con una major label si rivelò azzeccata, dando ai Nirvana la giusta visibilità.

Nevermind è la dimostrazione di come tre ragazzotti di provincia  potessero assurgere al ruolo  di rockstar planetarie con un bagaglio tecnico piuttosto scarso ma con un carattere e una dose di creatività infinite.

I meriti dei Nirvana non devono essere sminuiti a causa della loro mercificazione e la riduzione della figura diCobain a idolo generazionale. È difficile analizzare il lavoro della band e il successo del disco separandolo dal contesto  del suicidio di Kurt Cobain che ha contribuito a mitizzare la storia della band.Di certo per capire se un disco sia passato alla storia o meno si deve verificare se continua ad essere ascoltato nel tempo, se influenza tutt’oggi le nuove generazioni di musicisti, se, nonostante il tempo continua a trasmettere il suo messaggio originale: valori universali quali la rabbia, la protesta, la libertà; e quei messaggi, quei significati emergono puntuali, ancora oggi, dopo ogni ascolto sia esso il primo o l’ennesimo.

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